La fobia da WiFi è dilagante ed ero giusto in attesa della puntata di Report di ieri per vedere come se la sarebbe cavata l'ottima Gabanelli.
Non avendo sotto mano tutti i dati e non avendo neppure voglia di andarli a verificare avevo raccolto alcuni spunti utili di quella trasmissione e scartato altri.
Di interessante ho immagazzinato che esistono delle persone con un livello di sensibilità alle onde elettromagnetiche particolarmente alto e che, per loro, anche segnali abbastanza deboli sono un serio fastidio. Una malattia vera e propria che, per ora, solo alcune nazioni riconoscono.
Utile è anche il principio di prudenza che io adotto e consiglio: se si può cablare lo preferisco di gran lunga al WiFi.
Mi aveva lasciato perplesso l'interpretazione un po' di parte che trasformava un affermazione del tipo "non escludo che possa causare problemi" in "causa problemi".
Le mie perplessità restano intatte per quanto riguarda l'uso massiccio del WiFi realizzato con tanti access point omnidirezionali in quanto rilevo uno spreco che poi corrisponde ad un immissione in circolazione di più onde elettromagnetiche di quante ne servano.
Su altre tecnologie senza fili che invece sono direzionali almeno sul lato cliente ho meno dubbi. Difatti non mi faccio scrupoli a proporre ai miei clienti soluzioni senza fili in standard Hiperlan2 (EOLO di NGI) che usano antenne direzionali lato cliente.
Ho poi letto la segnalazione del Quinta che ha dato il colpo di grazia: l'esperto tanto sbandierato nella trasmissione TV è stato votato "Disinformatore dell'anno" in Svezia.
Un grazie ai miei genitori che mi hanno avvisato che la Gabanelli avrebbe parlato dei rischi del WiFi.
(Foto di katiew su Flickr)