Per me che è una passione non è un problema il crearmi una cultura digitale ma non tutti sono appassionati di questi argomenti e non devono essere obbligati ad esserlo.
Che invece si debba creare una cultura digitale per tutti è corretto: si tratta del futuro e non si può scappare.
Leggo un passaggio del Corriere della Sera di ieri che dice:
La ricetta di Pileri è radicale: «Bisogna rendere progressivamente obbligatoria l' erogazione di alcuni servizi via Internet, dandosi precise scadenze temporali: per esempio porsi l' obiettivo di mettere tutte le ricette mediche digitali in rete entro il dicembre del 2012. La stessa cosa si potrebbe fare, in ambito scolastico, rendendo obbligatorie le transazioni con la scuola. Evidentemente è necessario aiutare i soggetti come gli anziani che non sanno usare la rete».
Stefano Quintarelli commenta dicendo che è d'accordo: lo sarei anche io ma ho un paio di dubbi.
Io non sarei capace di alfabetizzare chi parte praticamente da zero tipo anziani o anche giovani che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie ma credo che ci sia gente in grado di farlo.
L'altro dubbio è la reale penetrazione della banda larga in Italia: ora come ora è scarsa e dubito che si possa pianificare di spegnere dei servizi erogati nel vecchio stile per passarli in digitale senza avere certezze sulla diffusione della banda larga.
Cosa vogliamo fare: obbligare a comunicare con la scuola solo eletronicamente per poi accorgerci che molti genitori si possono connettere ad interent solo con un vetusto modem 56k?
Portiamoli quindi avanti insieme questi due progetti: servizi migrati su internet e diffusione della banda larga.
Magari sarà già stato pianificato proprio così ma non vorrei che poi le due cose, all'atto pratico, le portassero avanti con velocità diverse!
(Photo credit: sudden ispiration)