La SIAE continua imperterrita a fare il suo mestiere e non si può dire nulla al riguardo.
Ovvio che si può protestare, scandalizzarsi e tutto quello che volete ma la SIAE è un istituzione di un altra epoca e si comporta coerentemente con le sue origini. Peccato che ormai il mondo sia drasticamente cambiato e la tutela dei diritti degli autori debba avvenire con altre modalità.
Questa volta la SIAE ha deciso un giro di vite sulle web radio personali che prima godevano di un trattamento privilegiato e ora non più.
Sono fermamente convinto che un carrozzone paleolitico (e mi trattengo con le definizioni per amore della decenza) come la SIAE non sia riformabile. Non si può stravolgere fino a cambiare le basi di una struttura così fossilizzata nel passato.
Esistono tante altre soluzioni che usano DRM (ovviamente interoperabile) per tracciare l'uso di un opera online e molti modelli di gestione del copyright ma richiedono un cambio di mentalità e una modifica sostanziale di tutto quanto il mondo economico che gravita (succhia il sangue?) attorno agli autori.
Iniziare questa rivoluzione comincia a diventare indispensabile.
(via Dario Salvelli / Radiopassioni)