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Tesla Model 3 (auto elettrica su wikipedia)

Si sente alle volte dire che le auto elettriche richiederanno troppa elettricità al sistema mettendolo in crisi: non è vero perché la quantità di elettricità aggiuntiva richiesta è modesta, è in crescita graduale (le auto elettriche sono in crescita graduale) e potranno addirittura essere la soluzione ad un problema che invece è reale. Quello della stabilizzazione dei carichi di rete.

Tutto passa da volontà politiche, modifiche alle normative e incentivi. Per diverse ragioni è utile puntare sulla produzione di elettricità da fotovoltaico (è più economico, ci rende indipendenti dall'estero, abbiamo tanto sole) e questo richiede che vengano sbloccati progetti già pronti a partire riducendo la burocrazia normativa. Una volta che il fotovoltaico sarà libero di cresce avremo abbondante energia elettrica ma, per sua natura, intermittente (legata alle condizioni meteorologiche). È qui che nuovamente entra in gioco la normativa: un auto elettrica predisposta a VTG (Veicle To Grid: dall'auto alla rete elettrica) che venisse lasciata connessa alla rete potrebbe fornire energia alla rete nei momenti di scarsità (con vantaggi economici per il proprietario dell'auto) stabilizzando la produzione elettrica.

Quindi l'unico vero problema futuro reale, l'intermittenza della produzione elettrica fotovoltaica, potrebbe essere risolto dalle tante e capaci batterie delle auto elettriche connesse alla rete con tecnologia VTG. Basterebbe solo adeguare la normativa per consentirlo.

Tesla Model 3 (auto elettrica su wikipedia)

Paolo Mariano su vaielettrico propone un idea: una piccola auto elettrica come la Dacia Spring con una batteria ancora più piccola: da 10 kWh (autonomia da un centinaio di km).
Un auto piccola come la Dacia Spring che avesse una batteria mini potrebbe essere sia un ottima seconda auto per quasi tutte le esigenze che una prima auto per alcuni.
Più in generale sarei favorevole a mini batterie anche su auto più grandi ma solo se non eliminassero i tagli maggiori. Fatto interessante: costerebbe parecchio meno.
Ultima considerazione è che, come idea, sarebbe ottima per favorire il primo passaggio all'elettrico per molti: sia come seconda auto inseme ad una termica che già si possiede e in futuro verrà sostituita da una EV con batterie allo stato solido, sia come prima auto per chi fa pochi km ma che poi dovrebbe organizzarsi con un noleggio o altro per i pochi viaggi lunghi.
Questa provocazione viene osteggiata da di chi non rientra nella maggioranza (che quindi immagino che percorra parecchi km): non si sta dicendo che per tutti dovrebbe essere così ma che per molti è così. Statistiche alla mano. Ovviamente se si eliminassero le batterie grandi allora sarebbe un altro discorso ma io sarei favorevole ad aggiungere alla gamma dei modelli uno con taglio molto piccolo.

Disegno su un possibile scenario futuro

Un lungo ed interessante articolo su Vaielettrico tratta, tramite un intervista, un possibile scenario futuro ad ampio spettro sia sulla mobilità sostenibile (elettrica e idrogeno) che sul uso e riuso delle batterie delle auto e molto altro.

Questo secondo punto mi ha colpito per la semplicità della spiegazione. Migliorando il controllo sulla qualità delle celle delle batterie delle automobili si potrà arrivare ad identificare il momento giusto per smettere di usarle sull'auto (un applicazione molto usurante) prima che si degradino significativamente e iniziare la fase di riuso come accumulatori temporanei ad esempio per i pannelli fotovoltaici. Questo secondo uso è molto meno stressante per la batteria: se per un automobile era quasi a fine vita per questo utilizzo invece ha ancora parecchi anni di utilizzo. Cito la frase dell'intervistato (il professor Andrea Casalegno del dipartimento dell'Energia del Politecnico di Milano) che mi è piaciuta: perché rovinarla del tutto, se può funzionare egregiamente ancora a lungo con un servizio meno gravoso, conservando un suo valore economico?

Allungando al massimo il ciclo di vita prima del riciclo con recupero dei metalli rari si migliora notevolmente l'impatto ecologico.

Il tag Bluetooth di Wiliot

Un produttore di chip, Wiliot, ha creato un tag bluetooth delle dimensioni di un francobollo che funziona senza batteria.
L'energia la ricava dalle onde elettromagnetiche che ci circondano.
Non avendo l'ingombro, il costo e la durata limitata della carica dovute alla batteria si aprono scenari di utilizzo interessanti:


  • Ogni oggetto può essere tracciato lungo tutta la filiera produttiva
  • In aggiunta alle etichette classiche si potranno avere etichette bluetooth molto più dettagliate
  • Le istruzioni d'uso potranno essere lette dagli elettrodomestici (lavatrice che saprà come lavare un capo perché se lo fa dire direttamente)
  • Gli oggetti smarriti saranno più facilmente rintracciabili, col cellulare, se si trovano nelle vicinanze (chiavi smarrite in casa ad esempio)

Potendo inoltre abbinarlo a sensori le possibilità sono ancora maggiori:

  • Un oggetto è troppo caldo, sensore di temperatura, e ti avvisa
  • Un contenitore è vuoto, sensore di pressione, e ti ricorda di comprare il contenuto
  • Tanti sensori di temperatura per mappare ambienti in modo da studiare ottimizzazioni del riscaldamento e raffrescamento

La fantasia non ha limiti e sicuramente verranno fuori altri e inediti potenziali utilizzi.

Via Quinta e The Verge

Il co-inventore delle onnipresenti batterie agli ioni di litio John Goodenough ha annunciato che sta lavorando ad un nuovo tipo di batteria basata su un elettrolita allo stato solido di vetro drogato con litio o sodio che dovrebbe avere una capacità tre volte superiore alle attuali batterie agli ioni di lito e decine di volte più veloce per la ricarica (minuti invece che ore)
Oltre ai vantaggi di dimensione e velocità ci sono anche altri vantaggi: azzerati i rischi di surriscaldamento e esplosione ed eliminata la dipendenza da materiali rari (come il litio) in quanto è utilizzabile anche il sodio che è particolarmente disponibile e una temperatura di esercizio tra -20°C e +60 °C
Tutto questo apre interessanti accelerazioni sul calo di costo delle automobili elettriche che, se questa nuova batteria passasse realmente in produzione, subirebbe una brusca accelerazione arrivando al traguardo di pareggiare il costo di un auto a combustibile fossile molto prima di quando previsto.

Dei tre componenti basi della batteria, dice Goodenough, resta solo da risolvere un problema sul catodo perché anodo ed elettrolita pare siano già a posto e poi potranno passare a produrre celle più grandi.
Via Stefano Quintarelli e IEEE Spectrum

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N96E' passato qualche giorno ormai da quando ho in mano l'N96 della Nokia (grazie ad Alessandro di Digital PR ... Sospetto che ci sia lo zampino di Napolux)

Ho avuto modo di fare solo un primo test giusto per verificare la famigerata durata della batteria: con questo primo particolare test, mi sembra sufficiente. Ora vi spiego che tipo di uso ne ho fatto.

  • 4 ore di musica, metà mp3 e metà radio FM.
  • 1 ora di navigazione web via WiFi.
  • Una ventina di foto, senza flash.
  • Trasferimento delle foto su pc via bluetooth.
  • Trasferimento di un album in formato mp3 dal mio fido E61 via bluetooth.
  • 24 ore di accensione in due giorni
  • Niente sim inserita quindi in modalità off line.

In pratica usando molte delle sue funzioni, esclusa quella (teoricamente) principale, le telefonate, è durato due giorni.

Da batteria totalmente scarica ha impiegato 100 minuti a ricaricarsi. Ho usato il caricabatteria del E61: un AC-4E che ha un output da 5V 890mA. Quello fornito insieme al N96 (AC-5E) è da 800mA ma, in compenso, è talmente piccolo che viene da ridere a guardarlo 🙂

Ora un po' di appunti sparsi:

  • Macchinoso l'accesso ad una rete wifi protetta e senza broadcast del ssid ma, per dirla tutta, non è che con l'E61 sia molto più facile e funzionale.
  • Il meccanismo di scorrimento sembra discreto: ne avevo sento parlare male. Forse altri telefoni sono meglio ma non li ho mai provati quindi non so dirvi.
  • Effettivamente la plastica scricchiola dando un brutta impressione.
  • Le foto le ho fatte al chiuso, con luce artificiale (più o meno intensa) e senza flash. Sono venute decorose: un livello paragonabile a quello che otterrei con una discreta compatta scattando in quelle stesse condizioni. La foto sotto è un esempio, con un click sopr potete vederla a dimensioni originali. Non mi è piaciuto come funziona il tasto di scatto: è duro e lento.
  • Usando il telefono mi rendo conto che il più delle volte piazzo l'indice sull'obbiettivo della fotocamera riempiendolo di ditate. L'obbiettivo non è protetto.
  • L'audio, ascoltando mp3 e radio FM è buono: non ho grandi termini di paragone in quanto non ho lettori mp3 portatili. Per intenderci sembra meglio di quello del mio EEEPC (ascoltandoli entrambi con la stessa cuffia).
  • La visualizzazione delle foto è molto scenografica ma manca una funzione di zoom (manca o non l'ho trovata io?).

Camino (senza flash), click per foto a dimensione originaleSi tratta di appunti e prime impressioni, prossimamente aggiornerò il firmware e testerò bene anche la sezione telefonica. Per ora non l'ho fatto perché non ho sotto mano una macchina Windows adatta. Serve Windows e pure con 256Mb di ram per usare il software che esegue l'upgrade.

Ho notato che, nonostante sia stato usato da Elena per un mese prima di me l'aspetto era ancora sostanzialmente nuovo: brava Elena o robusto l'N96? 😉

Anche se si tratta di un test parziale chiedetemi pure dettagli e altro: vi risponderò volentieri!