Hanno da poco commentato un mio vecchio post sull'abolizione del canone e mi sono reso conto che, nel frattempo, molte cose sono cambiate e, in parte, ho anche cambiato opinioni al riguardo.
Sono favorevole a che si parli di canone e del fatto che bisogna rivederlo.
Abolirlo è un utile eccesso, utile a mettere sul piatto della bilancia un argomento pesante. Il canone, purtroppo, ha la sua reale utilità e negli ultimi tempi, con l'abbandono della rete fissa a favore dei cellulari, l'utilità si vede ancora di più.
Se non ci fosse si darebbe l'alibi a Telecom Italia per continuare nella attuale politica di manutenzione quasi zero e investimenti in nuove tecnologie praticamente nulli.
Io sarei, ragionevolmente, per una riduzione, soprattutto del canone aggiuntivo per le linee solo dati: ovviamente io ho una linea naked 😉
Accetterei ben volentieri anche un aumento in cambio della destinazione del nuovo canone aumentato ad una nuova società formata con la rete Telecom Italia e le reti di altri gestori, posseduta da tutti questi soggetti e magari quotata, in parte, in borsa.
Ovviamente non per nulla ma in cambio di una sostituzione integrale dell'attuale ultimo miglio in rame con uno di fibra ottica passiva. Rete ovviamente perfettamente neutrale (Net Neutrality) e accessibile a chiunque voglia rivendere connettività al pubblico pagandola con un prezzo ricavato dal meccanismo cost plus: i costi più un margine di guadagno per la società proprietaria della nuova rete.
Nel caso non si capisse queste mie elucubrazioni sono quasi totalmente causate dalla lettura del blog di Stefano Quintarelli 🙂
EDIT: anche i piccoli azionisti Telecom pare siano indirizzati verso questa idea.
(Foto di xamad via Flickr)