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Segnala Bruce Schneier che negli usa, i mandati di geolocalizzazione di massa di un area geografica, sono stati dichiarati incostituzionali da una corte federale.

Questa tecnica investigativa è una richiesta a chi detiene i dati (gestori di reti cellulari, Google e altri) di fornire l'identificazione di tutte le persone presenti in una area geografica delimitata in un dato momento. Concordo con Bruce Schneier che dice che a lui pare ovvio ma che non si può dare nulla per scontato.

7

WiMaxSegnala Morse la presenza di un ricorso al TAR sulla delibera AGCom sulla quale è basata la gara per l'assegnazione delle frequenze WiMax.

Concordo sull'idea di fondo che non è corretto lasciar partecipare chi già ha le frequenze UMTS e se la cosa andasse avanti smontando la delibera allora la gara sarebbe minata nelle sue fondamenta essendo costruita sulla (pessima) delibera di AGCom.

Quasi quasi sarei contento: mi ero rassegnato a veder gettate nel cesso queste prime frequenze ma forse ora potrebbe venire qualcosa di buono.

Niente di eclatante visto che, come ho già scritto, si tratta di frequenze che poco si differenziano da quelle HIPERLAN2, ma qualcosa di buono... o no?

(via Stefano Quintarelli

6

Un singolo consumatore italiano che si sentisse vittima della SIAE o di altre associazioni tipo la RIAA Statunitense o direttamente da case discografiche più o meno piccole ha poche possibilità di ribellarsi con successo.

Da noi manca la possibilità di intentare cause collettive (Class Action), cosa che negli Stati Uniti è possibile e che una signora ha fatto: come mi piacerebbe se anche da noi ci fosse la Class Action!

A voi no? 

(Via Stefano Quintarelli)

2

Devo ammetterlo: non ci speravo.

Altroconsumo ci informa che il tribunale di Roma ha sentenziato che non si può chiedere i nomi associati all'indirizzo IP nel caso il richiedente lo faccia per presunte violazioni di copyright.

Il fatto di mettere in condivisione un file protetto da diritti d'autore resta un reato ma questa sentenza dice che non si possono trattare gli indirizzi IP in quel modo. Non avrebbero dovuto essere utilizzati tanto meno in sede giudiziaria!

Sono particolarmente contento ma, ribadisco, non ci speravo.

(Via Stefano Quintarelli)

3

In questi giorni ho letto commenti a ruota libera riguardo alla sentenza della cassazione che parlava di non colpevolezza per due ragazzi che scaricavano e condividevano materiali protetti da copyright.

Sulle prime, appena vista la notizia, mi è subito venuta voglia di scrivere la mia sul argomento e quindi ho iniziato ad informarmi meglio. Non sono un esperto in legge e il risultato l'ho visto subito: non sono riuscito a capire esattamente quale fosse la portata di quella sentenza.

Quello che ero riuscito a capire è che in molti che scrivevano sull'argomento avevano le idee più confuse di me: vuoi per l'entusiasmo o per altri motivi ma l fatto è che ciascuno sembrava commentare una sentenza diversa!

Ho iniziato a capirci qualcosa quando ho letto l'articolo di Dario Bonacina che, forse proprio perché ha meditato sulla cosa, lo ha pubblicato solo ieri!

Quella sentenza è relativa a fatti che si sono svolti prima della promulgazione di molte leggi che hanno rivoluzionato tutto: ad oggi, chi compisse quegli atti (rendere disponibili su un server FTP materiali protetti da copyright) compirebbe un atto penalmente punibile.

Se tutto questo commentare questa sentenza serve per animare il dibattito sui diritti d'autore relativamente al download e upload tramite reti P2P e/o server FTP ben venga ma sarebbe opportuno sapere di cosa si parla quando si scrive (io ne so qualcosa visto che sono stato pubblicamente corretto proprio su questo argomento!)

Mi fa ridere e nel contempo piangere l'accanimento delle major riguardo alle piattaforme P2P.

Capisco che si sentano colpite nel portafoglio ma demonizzando e cercando di portare in tribunale da chi gestisce siti/server P2P fino a al singolo utente non andranno da nessuna parte.

La mia idea è che le leggi sul diritto d'autore vadano riformate e vadano anche riscritte le leggi punitive che sono state promulgate al riguardo (non solo in Italia).

Bisogna trovare un modo di permettere il libero scambio di alcuni tipi di opere protette dal diritto di autore (riformato) abbinandolo magari ad un pagamento di una tariffa flat.

Questa non è un invenzione nuova: l'ho già vista proporre da molti altri.

Tornerò sull'argomento ma ora ho voluto iniziare a parlarne perché ho appena letto un interessante articolo su Punto Informatico (Aggiornato il progetto eMule Content Database) che tratta di come le reti P2P si possano utilizzare per scambiare materiale free!